Progetto Coabitare

Il progetto CO-ABITARE nasce come estensione del campo estivo residenziale di Casa al Giogo dedicato ai bambini/ragazzini nella fascia di età 8-14 anni.
Quando i primi bambini che hanno preso parte al campo estivo sono arrivati all’età di 14 anni, mi dissero che avrebbero voluto continuare. Così ho pensato a cosa desiderano i ragazzi a quell’età e la risposta che mi è arrivata all’istante è stata: stare insieme, sempre! se potessero vivrebbero insieme, ma è uno scalino che in questa società solitamente facciamo dopo la fine della scuola. E allora mi sono detta perchè non proporre loro una vera e propria CO-ABITAZIONE?!

Nasce così il progetto CO-ABITARE che prevede 10 gg di vita in comune autogestiti.
I primi 2 giorni i ragazzi partecipano a una specie di corso/seminario condotti da un facilitatore che porta loro gli strumenti del vivere condiviso: gli accordi presi insieme, i gruppi di lavoro, i feedback di gruppo, l’ascolto delle emozioni nostre e altrui, la comunicazione non violenta, la partecipazione…

Successivamente i ragazzi, grazie anche agli strumenti acquisiti, si organizzano per passare insieme i giorni successivi: menù e preparazione dei pasti, pulizie, orari di inizio e fine attività, orari spazio notte.

Il nostro ruolo è quello di facilitare le situazioni di discussione e organizzazione quando richiesto e dove lo riteniamo utile. Inoltre proponiamo loro attività come: trekking, bagni al fiume, gommone. Al’interno della struttura hanno a disposizione giochi di società, libri, materiale artistico, giochi sportivi. Sono invitati a portare e condividere libri letti e amati, a lasciare il telefono a casa o in un posto che scegliamo tutti insieme accordandoci sul suo utilizzo.

Grazie a momenti di condivisione sull’utilizzo che facciamo del telefono abbiamo dato vita a un progetto che stiamo sviluppando insieme: parlare del CO-ABITARE all’esterno attraverso il linguaggio audio-visivo e l’utilizzo di app come tik-tok e instagram.

Galleria foto Coabitare

Cosa dicono i ragazzi che hanno partecipato al progetto

Per me il giogo è stato qualcosa di magico, lo conoscevo già e avevo aspettative molto alte per come me ne avevano parlato, infatti era come me lo aspettavo anzi più bello. È un posto dove convivi con delle persone per dei giorni e condividi con loro un sacco di emozioni.Ti mette alla prova su molte cose e ti insegna a fare tutto in modo diverso, ad esempio a me non piace rigovernare e invece era la cosa che volevo fare di più perché ogni cosa anche quelle che tendenzialmente sono meno gradevoli si tramutava in allegria, era un divertimento continuo, risate su risate che stessimo cucinando, camminando, pulendo i bagni o lavando le stoviglie, nell’aria c’era una atmosfera unica. Mi ha insegnato tanto, a stare con tutti, a convivere, molte ricette a scoprire posti nuovi!

Giacomo

per me il giogo è un passo fondamentale nella mia vita, come una routine, ormai vengo da voi tutti gli anni da moltissimo e per questo sento con la casa al giogo e con tutti voi, compresi gli altri ragazzi, come se si fosse creato un legame affettivo genuino e tranquillo.
è un luogo dove posso provare molte esperienze, divertenti e insolite, come la mia preferita ovvero mungere le capre, una capacità che da piccola non avrei mai pensato di imparare ma che mi piace moltissimo.
adoro l’immersione nella natura e il passare il tempo nel il silenzio, lontano dalla tecnologia e dai social, passare le ore ad ascoltare la musica e cucinare, apparecchiare, in qualche modo rendermi utile.
oltre a questo il giogo mi permette di stare con i miei amici, soprattutto con quelli che non vedo mai, come le veneziane, ma non solo, anche persone di firenze che adoro ma che riesco a vedere solo in poche occasioni.
adoro fare le escursioni perché amo la montagna, camminare può risultare faticoso ma è talmente soddisfacente arrivare alla meta che la fatica poi svanisce, soprattutto nei momenti in cui viene sostituita dalla gioia di passare del tempo in compagnia di persone e luoghi fantastici.
è un luogo bellissimo, e da quando è cominciata l’iniziativa del coabitare, nella quale lavoriamo tutti da soli e gestiamo tutto da soli, è diventato ancora più divertente.
non venire al giogo rappresenterebbe per me un vuoto, una mancanza, quel pezzo che servirebbe per completare la mia estate

Giulia

Giulia

Dall’ultima estate Mara e il fantastico team che gestisce il giogo ci ha proposto un nuovo tipo di esperienza; la coabitazione.
La prima settimana di giugno abbiamo ascoltato la testimonianza di Francesca una donna che ci ha riportato preziosi consigli e che del coabitare ne sapeva più di tutti noi.
Poi abbiamo messo in atto quei consigli, ci siamo osservati, posti domande, dato risposte e abbiamo provato a venirci incontro come una grande famiglia fino a che quei comportamenti inizialmente forzati non si sono trasformati in un risultato di piccoli gesti innati e spontanei che in realtà la natura umana ben conosce ma non spesso tira fuori.
Abbiamo imparato a coabitare, anche se imparato secondo me non è il termine giusto, per noi è stato come conoscerci, viverci e riviverci una volta ancora.
Coabitare è svegliarsi la mattina e pensare non da soli con la propria mente ma come se connessi, aiutarsi, saper trovare un punto di mezzo, una sintonia, una melodia che ci unisca tutti anche nella diversità.
Coabitare per me è preparare la colazione per tutti, essere generosi, saper dare e riceve incondizionatamente, saper trovarsi e sapersi ascoltare, sapersi rispettare e saper volersi bene. Ecco cos’è.

Roberto

Roberto